Storia.
XVIII secolo: arrivano i clowns1.
Le origini equestri
E’ probabile che la nascita del clown, inteso come attore comico del circo, sia avvenuta negli stessi anni del primo circo di cui si ha notizia, il circo equestre di Philippe Astley2 (1742-1814), a Londra, intorno al 1770. Questi, come racconta Monica J. Reveney nel suo libro Il circo e il suo mondo (1985): «[…] ebbe la trovata, un po’ per riprendere fiato, ma anche per fare avere una tregua al cavallo, di fare l’imitazione di un grottesco sarto che cerca di salire in sella a un cavallo: il primo clown, il primo comico della pista circolare fu quindi un volteggiatore grottesco a cavallo».
Il primo comico del circo: Billy Sunders
Secondo quanto riportano sia Reveney che Rémy quel “primo comico del circo” fu probabilmente Billy Sunders (o Bill Saunders) che interpretava «un goffo cavallerizzo alle prese con un cavallo poco disciplinato»3. Per quanto incerte le fonti, le testimonianze sono concordi sul fatto che Billy Sunders figurava nell’organico dei volteggiatori a cavallo del circo Astley. Ci troviamo a Londra, nei primi dell’ottocento, dove il circo equestre di Astley era ritornato, dopo essersi trasferito a Parigi dal 1774 fino all’incoronazione di Napoleone.
Anche il nome e il costume del personaggio si rifanno ai classici di parodia equestre in cui gli artisti riproponevano le acrobazie a cavallo dei consueti numeri del circo, ma questa volta in chiave comica e inconsueta. «Claune – infatti – è il nome che si dà ai protagonisti di questa farsa. […] Claune è la pronuncia della parola inglese clown – o clod – che significa “contadino” e deriva da colon». L’accezione comica del nome è dovuta al fatto che clown era un contadino, un bracciante, uno che agli occhi dei cittadini appariva ridicolo e divenne per questo sinonimo di “tipo buffo” , alla stregua di un giullare, che poteva far ridere anche solo per il suo aspetto (Nivolo, 2016)4.
Allo stesso modo, il termine italiano pagliaccio è legato alla povertà delle sue origini e del suo costume, poiché l’abito degli attori comici era realizzato con una tela grezza simile a quella del rivestimento dei pagliericci, detta appunto pagliàccio. In entrambi i casi appare evidente la connotazione originariamente dispregiativa e classista del termine i cui strascichi sono presenti ancora, spesso a discapito della sua dignità di arte performativa.
Intanto in Francia..
Emule di Sunders, in terra francese, fu Andrew Ducrow, autore ed esecutore di «una cinquantina di pantomime, alcune delle quali restarono semplici “ippodrammi” […] mentre altre si svolgevano in grandiose scenografie» (Renevey, 1985). A Ducrow, che «recitava degli intermezzi comici nelle pause tra i numeri di esercizi a cavallo», si ispirarono probabilmente Joe Grimaldi e Laurent. Più certa l’influenza su Jean Gontard, pagliaccio equilibrista del Circo Franconi di Parigi.
I primi pagliacci
I primi pagliacci di cui si hanno notizie certe erano sostanzialmente acrobati che intrattenevano il pubblico eseguendo esercizi complessi e spettacolari in maniera buffa, performances che raggiunsero il loro apice artistico grazie a Jean Baptiste Auriol (Toulouse 1806-1857). Acrobata raffinato, audace e fantasioso, Auriol debuttò al Circo Franconi tra il 1834 e il 1835, dove probabilmente subì l’influenza di Jean Gontard, elevando il livello delle acrobazie a tentativi mai visti prima e riproposti in seguito, a periodi alterni, da molti clowns. Uno su tutti l’inglese Thomas Kemp (?-1855), riconosciuto come «il primo clown propriamente detto».
1. Tristan Rémy, Arrivano i clowns. Le più belle comiche del circo, trad. it. Montesi V., Emme Edizioni, Milano 1981.
2. Philippe Astley è considerato, insieme a Hagenbeck, Barnum, Grimaldi e Franconi, uno dei “padri” del circo moderno. Cfr. Pretini G., Antonio Franconi e la nascita del circo, Udine, Trapezio, 1988.
3. Reveney M.J., Il circo e il suo mondo, Roma-Bari, Laterza, 1985.
4. Nivolo E., Antropologia dei clown. Percorsi rizomatici tra liminalità e antistruttura, Torino, Mimesis, 2016
Tale citazione riportata in Nivolo E, Op. cit., p. 81, è tratta da un‟opera in francese di una certa Mme B…, née de V…l (Le cirque Olympique, Parigi, Nepveu, 1817) che rappresenta un compendio degli esercizi equestri eseguiti nel circo gestito dalla famiglia Franconi. Cfr. Delannoy J.C., Dalla “Bibliografia francese del circo”, Lieutier, Parigi, 1944, in Pretini A., Op. cit., p.375. La pronuncia di claune è da leggersi clon.
www.treccani.it/vocabolario/pagliaccio, ultimo accesso 18 febbraio 2017.
Autore: Francesco Di Concilio
Editing: Francesco PennaNera
Cover design: Valerio Ichiun Salzano