Casa editrice: Neri Pozza
Anno pubblicazione: 2015 (2017 ed. italiana)
Genere: Romanzo
L’autore
Eshkol Nevo è uno scrittore israeliano nato a Gerusalemme nel 1971. Il suo debutto letterario risale al 2001, con una raccolta di racconti. Di formazione, è laureato in psicologia, ed all’inizio della sua carriera lavorativa è un pubblicitario; abbandona dopo 8 anni questa strada, per dedicarsi a pieno alla scrittura.
La trama
Tre piani è una storia che si svolge in Israele e che ha come protagonisti tre nuclei familiari diversi.
- Primo piano: Arnon, Ayalet e la loro figlia Ofri hanno degli ottimi vicini, la coppia Ruth e Hermann, che diventano nel tempo quasi dei nonni acquisiti. La malattia di Hermann, unito ad un improvviso e strano cambio di carattere in Ofri fanno nascere il sospetto in Arnon che la bambina abbia subito degli abusi. Questo dubbio lo consumerà, ed a causa di una serie di decisioni poco saggie, vedrà in pericolo la stabilità familiare che lui credeva incrollabile.
- Secondo piano: Hani ed Assaf sembrano essere la coppia perfetta. Assaf ha un fratello, Evatar, di cui si fida molto poco, ed anzi ha quasi tagliato i ponti con lui. Assaf, apparentemente a causa del suo lavoro, è molto spesso fuori casa, ed è proprio durante uno di questi periodi che Evatar bussa alla porta di Hani, disperato, chiedendo aiuto. Questa richiesta ha come estrema conseguenza il rimurginare di Hani sulla propria vita coniugale.
- Terzo piano: Dovra, giudice in pensione, vedova, inizia a consacrarsi alle battaglie civili che prendono piede a Tel Aviv. Un incontro fortuito le ridarà indietro, forse, il figlio che aveva perso forse anche a causa dell’infinito amore per suo marito.
Lo stile, le tematiche
Sia il titolo del romanzo che la sua struttura in tre parti fanno riferimento alla teoria di Freud che descrivono la personalità: es, io, super-io.
“Al primo piano risiedono tutte le nostre pulsioni e istinti, l’Es. Al piano di mezzo, l’Io, che cerca di conciliare i nostri desideri e la realtà. E al piano più alto, il terzo, abita sua altezza il Super-io. Che ci richiama all’ordine con severità e ci impone di tenere conto dell’effetto delle nostre azioni sulla società.”
Nonostante gli alti intenti e i riferimenti all’opera di Freud rimangono solo accennati e mai ben approfonditi, creando un po’ di disorientamento perché si ritrova nulla o poco di quanto fa presupporre l’opera.
La narrazione delle vicende che si svolgono sui tre piani è sempre in prima persona, di volta in volta ogni protagonista trova un mezzo per poter raccontare da sé il proprio dramma: un monologo con un amico, una lettera, un nastro per una persona che non c’è più. Liberarsi di questi pesi con gli estranei, o con persone che non frequentiamo nella nostra quotidianità, risulta più facile, perché c’è assenza di giudizio da parte di questi ultimi.
Ogni personaggio usa il racconto ed il raccontarsi come mezzo per rendere vera una realtà che potrebbe essere solo immaginata. Perché ogni personaggio è il protagonista di una vicenda problematica, ed il raccontare i problemi può essere il primo passo verso la loro risoluzione. Proprio per questo motivo, il romanzo può essere visto come un insieme di tre sedute dallo psicologo.
In questo romanzo, le figure maschili e femminili sono in netta contrapposizione tra loro.
Le donne protagoniste sono madri, amanti, vedove, figure forti, interpretate da Ayalet, Hani e Dovra. Tutte sembrano avere un percorso dritto e ben definito, tranne Dovra, che riuscirà a trovare se’ stessa abbandonando quello che era stata nel passato quando era al fianco del marito.
Tuttavia, i veri protagonisti del romanzo sono le figure maschili; protettive, escluse, spinte lontano da quello che dovrebbe essere il proprio posto, generose, scontrose, rancorose. Sentimenti, questi, che scaturiscono da un’unica grande verità: l’appartenenza ad un nucleo familiare ci rende vulnerabili ed esposti, ed allo stesso tempo si ha paura a mostrarsi per come si è, di fronte ad una società che ti vuole forte, con le spalle larghe e senza paura.
Inoltre, per il tipo di educazione ricevuta, gli uomini sono sempre più solitari rispetto alle donne, e quando sono al centro di un problema, si rendono conto di non avere gli strumenti adatti per gestirlo, e nemmeno qualcuno con cui confrontarsi, possono contare solo su loro stessi.
Tutte le vicende ed i temi possono essere ricondotti alla solitudine, all’incomunicabilità, alla distanza (i tre piani) che ci separano dagli altri; la serie di manifestazioni finali alle quali Dovra partecipa sono un tentativo di accorciare questa distanza, e sono il simbolo di come ciò sia possibile solo quando riscopriamo il nostro io.
TRAMA: ֍֍
SCRITTURA: ֍֍֍֍
TEMATICHE: ֍֍
VOTO FINALE: 2.7/5
Autrice: Annarita Noschese