Alcuni dati sull’aborto III: turismo sanitario e consultori
L’analisi dei numeri su base regionale mostra che molte donne hanno la necessità di spostarsi dalla propria regione di residenza per poter abortire, contribuendo in maniera considerevole al turismo sanitario.
Le cause di questo fenomeno sono essenzialmente due.
La prima è legata alle differenze del servizio sanitario tra le varie regioni, sia in termini di quantità che di qualità di servizi offerti al cittadino, cosa che tra l’altro fa emergere una prima limitazione del federalismo sanitario. Chi vuole abortire viene chiaramente ostacolato: infatti, i reparti dove vengono eseguite le IGV sono gli stessi dove le donne partoriscono (ostetricia e ginecologia), ma in questi casi il turismo sanitario non ha lo stesso trend dell’IGV.
I consultori, luoghi appartenenti al servizio sanitario regionale dove la donna dovrebbe ricevere informazioni sulla gravidanza e sulla sua interruzione, sono stati progressivamente depotenziati, con un consultorio presente ogni 40000 abitanti. A questo si deve aggiungere un calo costante del personale, linee guida non chiare e diverse da regione a regione. Tutto ciò contribuisce ad abbassare la qualità del servizio offerto.
In Lombardia sono 33 i consultori dichiarati, 12 di questi sono privati e 10 sono gestiti da associazioni cattoliche: in questo modo la neutralità dell’informazione non viene assolutamente garantita. Nel Lazio, sotto il nome di consultori sono stati accorpati anche centri di salute mentale, centri vaccinali e centri per disabili adulti, portando ad un aumento non veritiero del numero di consultori intesi come centro di informazioni per la salute femminile.
I servizi dovrebbero essere gratuiti, invece Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno iniziato a far pagare il ticket per poter usufruire delle prestazioni.
Il depotenziamento dei consultori rientra in un quadro più ampio di ridimensione di servizi sanitari che portano poco profitto; il problema è che il servizio dei consultori non è monetizzabile, perché deve fornire supporto ed informazioni, quindi si tratta di luoghi che non possono e non devono rientrare in statistiche di tipo economico.
Un altro importante fattore che contribuisce all’aumento del turismo sanitario in relazione all’IGV è di carattere culturale: infatti, in alcune località prevalentemente del Sud, la scelta di sottoporsi ad un aborto può non essere vista di buon occhio, perché va a scontrarsi con alcuni principi fondamentali della religione cattolica.
Ed ecco, allora, che per mantenere la propria privacy lontana da occhi indiscreti e poco rispettosi, la donna è costretta ad abortire al di fuori dei propri confini cittadini o regionali, cosa che viene facilitata se la donna risiede ai confini con un’altra regione italiana.
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La settima puntata verrà pubblicata martedì 8 dicembre.
Autrice: Annarita N.
Cover design: Pigutin
LINK ED APPROFONDIMENTI
- Fonte dati: ISTAT.
- Accesso alla contraccezione, l’Italia tra i peggiori d’Europa ma il Trentino Alto Adige è al 5° posto nella classifica regionale (Arianna Viesi, Il Dolomiti, 1 marzo 2020).
- Contraccezione gratis e accessibile? Italia al 26° posto vicina a Turchia e Ucraina. Da consultori depotenziati ai costi: la rivoluzione incompiuta (Eleonora Cirant, Il Fatto Quotidiano, 7 marzo 2020).
- Pillola di saggezza – Una storia in stand-by da quarant’anni (Benedetta Petroni, Minima&Moralia, 13 dicembre 2019).
- T. Autorino, F. Mattiolo, L. Mencarini, Social Science Research, 2020, 87, 102403.
DISCLAIMER
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Tra le associazioni che si occupano e si stanno battendo ancora oggi per la tutela dei diritti delle donne in materia di IGV vi segnaliamo (in ordine sparso):
- Libera Associazione Italiana Ginecologi per Applicazione Legge 194 (LAIGA)
- Associazione Italiana DOnne per lo Sviluppo (AIDOS)
- Non Una Di Meno
- Associazione Luca Coscioni
- Associazione Medica Italiana Contraccezione Aborto (AMICA)
- Aborto al sicuro
- International Planned Parenthood Federation – European Netweok (Federazione internazionale per la genitorialità pianificata)
- Vita di donna
- Amnesty International Italia
- Associazione Scientifica Andria
- Cgil
- Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC)
- Rete Umbra per l’autodeterminazione
- Casa Internazionale delle Donne
- Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli
- Ordine Interprovinciale delle Ostretiche
- Società Italiana Ginecologia ed Ostetricia (SIGO)
- Rete Italiana Contraccezione Aborto (RICA)
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