Editoriale Settembre 2019
Siamo in un’era di passaggio, un tunnel, un varco dimensionale,
un valico, un ponte, un portale. Un passaggio da lì a qui, o da qui a lì,
relativamente parlando, cambia poco. La sigla iniziale, la consapevolezza che
dopo un’ora non sapremo dove ci troviamo, cosa fare, dove andare. Cosa
guardare. Un momento liminale dove succede tutto o non si muove niente, matassa
di indecisioni tra due versanti solidi e scoscesi di vita vissuta e prospettive
immaginarie. L’istante in cui
mettiamo in discussione noi stessi, può essere, gli altri, sicuramente, il
punto di singolarità in cui il passato coincide nel presente e il tempo perde
di significato. L’astro calante che scompare sull’orizzonte degli eventi, ma solo
per comparire dall’altra parte. L’astro siamo noi. La fine coincide con
l’inizio.
Tanti e diversi sono i modi di manifestarsi
di questo stargate dell’esistenza,
altrettante le maniere di definirlo: fine delle vacanze, rientro, fine di
stagione (astronomica o lavorativa), anno fiscale, autunno caldo, vendemmia. Ma
in comune tutte hanno un elemento: il passaggio, la Pèsach[i],
vero o presunto, da uno stato ad un altro, come fossimo acqua in ebollizione o
rugiada gelata. La questione è: quando accade veramente? Quando possiamo dire
“è cominciato e ci sono dentro”? Di solito la risposta arriva troppo tardi,
spesso nel bel mezzo di un altro passaggio di stato.
A un anno dal nostro e-sordio, le mani che si sono unite a scrivere
la nostra piccola parte di storia sono aumentate. Si tratta di mani entusiaste
che si esprimono con professionalità e coscienza, e che fino ad ora (e a
partire da ora) disegnano (disegneranno) i contorni del mondo di cui abbiamo
scelto di scrivere e (in attesa che gli accademici inventino un tempo verbale
che includa presente passato e futuro)
interpretare.
Guardare oltre. Forse è questo lo scopo di
ogni nostro articolo, racconto o approfondimento. Lasciare che il testo
funzioni da finestra per aprire la mente ad altre prospettive, idee o punti di
vista. Salire al piano di sopra, scendere a quello di sotto o sollevare la tapparella dell’esperienza, e sapere che le
sole cose che sono scontate sono per i saldi di fine stagione, appunto.
In un anno, immaginazione, musica, politica,
arte, scienza e tecnica si sono intrecciate ad abbozzare il nostro codice genetico, ben lungi dall’essere
completo. Altre se ne aggiungeranno a rendere la situazione serenamente
complessa e stimolante.
Ogni tratto disegnato, ogni parola
abbozzata, è un bassorilievo che va
ad impreziosire il portale attraverso cui stiamo cercando di passare, lontano
dal presumere la perfezione, o la verità facile. Si può dire che viviamo e
lavoriamo, figli e figlie del nostro tempo, in un equinozio
continuo, sempre in bilico tra le mezze stagioni dell’esistenza.
Non è certo una passeggiata, ce ne rendiamo
conto. Ma, d’altronde, non c’è di cui preoccuparsi.
Errare è umano, e pure noi.
[i] Nome
della pasqua ebraica, letteralmente significa “passaggio”, appunto.
La redazione di ErrareUmano