Bookset #1
Quella che sembrava un ottima idea.
Quando ho chiamato Francesco mi sembrava geniale.
“Oh Francé, ho avuto un’idea fortissima per una nuova rubrica di ErrareUmano. Senti qua: prendo tre libri che ho letto, o che leggerò, e faccio una recensione incrociata cercando nei tre un filo conduttore o un collegamento che li metta in sequenza in qualche modo. La chiamerò Book Jockey!”
Proprio come un DJ fa con i dischi, avrei mixato tre libri tra loro apparentemente diversi cercando di trovare un ritmo comune o un’armonia che li potrebbe far sovrapporre e arricchirsi l’uno delle melodie dell’altro.
Poi, un po’ per curiosità, un po’ perché non si sa mai, ho chiesto a Mr.G (un noto motore di ricerca) se in giro per il web ci fosse qualcosa che rispondeva al nome di Book Jockey. E sì, c’è.
Idea simile, conferma che gli esseri umani, di fondo, hanno la stessa immaginazione; eppure di natura diversa, segno che questa immaginazione, a volte, la usano pure.
E niente, è venuto fuori che Book Jockey è un interessante podcast creato da Basilio Santoro in cui, come scrive lui stesso, “Prendo la musica o i testi delle canzoni che conquistano le mie orecchie, le pagine dei libri che mi strappano il cuore, le citazioni che illuminano la mente, mixo il tutto, realizzo delle ShortStories e gli dò voce.”
In pratica associa ai racconti brani che ne evocano l’ambientazione, come se fossero suonati dalle vicende stesse. Un’esperienza molto interessante, come potrete provare direttamente cliccando sul link nella bibliografia in fondo all’articolo.
In effetti, però, a parte il gioco di parole, la natura dell’idea è differente e non me ne vorrà Basilio se mi definisco un po’ book-jockey anch’io, così, senza troppe pretese, anche se con metodi diversi.
Cambio pure il titolo della rubrica, va’, che da adesso in poi si chiamerà RE(ad)MIX e funzionerà come ho spiegato sopra. L’obiettivo è che l’esperimento serva a me per rinfrescare la memoria su letture interessanti fatte nell’ultima trentina d’anni e a tener vivo l’impatto di quelle future; a voi per avere qualche spunto su libri da leggere; a me e a voi per trovare argomenti su cui riflettere o da ignorare volontariamente.
Ma attenzione! Questa non è promozione libraria. O meglio lo è, nel suo senso lato di promozione della lettura. E non per denigrare chi non legge, come qualcuno vorrebbe far pensare, ma perché è un’esperienza imprescindibile del vissuto umano, che sarebbe triste non fare.
Dall’altro lato, se volete cercare fisicamente i libri di cui si parla, per un fatto di solidarietà vi invitiamo a rivolgervi alle piccole librerie indipendenti, piuttosto che a un grande distributore online. E laddove proprio non potete spendere nemmeno dieci euro per un libro, il che non è impossibile, vi ricordiamo che esistono le biblioteche, il book crossing, i progetti di digitalizzazione e di sicuro qualche amica o amico che ve ne può prestare uno un modo spassionato.
In fin dei conti, la libertà consiste anche nel sapere di avere una scelta. Che poi venga fatta o meno, è un altro discorso.
Ma adesso sarebbe ora di cominciare con la nuova rubrica, nonostante la sola introduzione si sia presa già mezza cartella.
Succede solo la prima volta, lo assicuro.
Play
Dunque, il primo pezzo della selezione comprende la biografia di un personaggio irrequieto, imprevedibile e anche un po’ stronzo. Un attore che ha reso celebre l’arte della Commedia all’improvviso, soprattutto in Francia, dove diventa il beniamino della corte di Luigi XIV, del sovrano stesso e persino maestro di un tizio di nome Jean-Baptiste Poquelin, che diverrà poi famoso come Molière.
Si tratta del napoletano Tiberio Fiorilli (1608?-1694), conosciuto ai contemporanei e agli addetti ai lavori con lo pseudonimo di Scaramuccia. Il termine è sinonimo di battaglia, zuffa, disputa, contesa, schermaglia. A leggere la Vie de Scaramouche si capisce bene il perché.
A disegnarne la caricatura sotto forma di vignette tragicomiche è un altro attore suo collega, Angelo Costantini (1654?-1729), meglio noto come Mezzettino, il quale ci descrive uno Scaramouche, come si dice alla francese, sempre in scena e il più delle volte lontano dal palco. I suoi lazzi, le trovate geniali e gli espedienti comici facevano fronte, pare, sia ad un pubblico in estasi, che alle vicissitudini di una vita improvvisata e per niente tranquilla.
Una vita spericolata paragonabile a quella di alcune icone dello star system contemporaneo, anche se perfettamente inserita nelle tensioni e nelle contraddizioni del suo tempo: quel Seicento barocco in cui la Commedia dell’Arte rende celebre le maschere italiche in tutta Europa e il mestiere dell’attore e dell’attrice una professione vera e propria, fatta di compagnie, contratti, paghe, repliche.
Fatto inedito, fino ad allora. In molti casi, sconosciuto ancor oggi.
Quel secolo in cui il mondo conosciuto, nel suo complesso, sembra perdere l’equilibrio su cui si fondava la monolitica certezza dei secoli precedenti e l’essere umano intuisce la possibilità di non essere il centro dell’universo.
Qualche presunta strega viene ancora bruciacchiata, qualcun’altro costretto a ritrattare, ma ormai è fatta. Il pensiero e la curiosità di quella minoranza eversiva che guardava al cielo per cercare le risposte alle proprie domande è destinato a diventare il fondamento delle conquiste scientifiche e morali successive.
Anche se non del tutto.
Effetto Fader
Le spiegazioni di sir Isaac Newton sul funzionamento delle cose visibili, infatti, non basteranno a spiegare come funzionano quelle invisibili, e la questione di principio, trecento anni dopo, diventa quantistica.
Per chi come me ha sciaguratamente lasciato andare gli studi matematici come una barchetta di carta su un rivolo d’acqua in preda a un pagliaccio assassino, trovarsi tra le mani un libro intitolato Fisica quantistica per poeti è stato a dir poco illuminante.
Pur non considerandomi un poeta, ho capito che avrei cominciato a intuire cose che prima nemmeno immaginavo. Ad esempio, lo sapevate che in fisica quantistica, per determinare dov’è una particella e cosa fa, non si parla più di certezze ma di probabilità? (Scusate la rima).
È come se dicessi: è probabile che Francesco, in questo momento, stia leggendo questa bozza oppure stia facendo scherma, ma non lo saprò mai finché non lo vado ad osservare da vicino e, in ogni caso, troverò Francesco che o legge la bozza o fa scherma, mai tutte e due le cose insieme.
Quello che è certo è che in maniera più competente e poetica, Leon M. Lederman, premio nobel per la fisica, e Christopher T. Hill chiariscono questa e altre questioni. Tanto che mi sono ritrovato a prendere in considerazione l’idea di rimettermi a studiare matematica e fisica.
Poi ho deciso che forse farò scherma insieme a Francesco.
È incredibile, ad ogni modo, quanto sia simile il comportamento di un singolo atomo a quello di un individuo, se paragonati alle strutture di cui fanno parte rispettivamente, ovvero gli elementi e la società.
Per quanto puoi inquadrarli e provare a farti un’idea generale di come funzionino queste ultime, le forze e le motivazioni che muovono i loro singoli componenti rimangono in buona parte un mistero.
Un mistero che, per certi versi, solo la letteratura e la poesia riescono a esplorare, essendo anch’esse un prodotto umano, portandone a galla le contraddizioni e i paradossi.
Taglio alti, bassi filtrati
C’è chi, tra autrici e autori, chi riesce a farlo con una sensibilità dagli spessori molto differenti. Dal canto mio, se un giorno riuscissi a raggiungere la delicatezza e la profondità della scrittura di Gioconda Belli, potrei dirmi (per una buona parte) pacificato.
Si tratta semplicemente di riuscire a mettere insieme, come due mani intrecciate, o come farebbe mio nonno con gli steli di vimini, lo spirito di una combattente indigena, un albero di arancio e una guerrigliera sandinista, che diventano uno espressione dell’altra nella lotta congiunta a un regime autoritario e al maschilismo del suo compagno.
Ammesso che siano due cose differenti.
È un dubbio che ti viene, dopo che hai letto La donna abitata, e non puoi fare a meno di portartelo dietro per sempre.
Quindi accettiamolo per quello che è, mettiamolo nella sacca, nello zainetto, nella borsa o dove meglio crediamo, purché lo facciamo nostro, e avviamoci serenamente verso la fine del pezzo, che sfuma in un assolo di chitarra sporco e ruvido, forse appena frettoloso, mentre il crepuscolo decide al posto nostro che per oggi può bastare.
Buone letture e alla prossima selezione.
Stop
Bibliositografia
Il programma di Basilio Santoro è disponibile a questo link https://bookjockey.org
- Angelo Costantini, La vita di Scaramuccia, 1973, Einaudi, (titolo originale La vie de Scaramouche, 2018, Hachette).
- Leon M. Lederman – Christopher T. Hill, Fisica quantistica per poeti, 2013, Bollati Boringhieri editore, (titolo originale: Quantum physics for poets, 2011, Prometheus book).
- Gioconda Belli, La donna abitata, 1995, Edizioni e/o, (titolo originale: La mujer habitada, 2010, Planeta)
DJ Ardin