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(Annotazione a mo’ di sfogo)

Dice che per fare le cose bene bisogna avere un titolo.

Dice che per avere un titolo, a volte, bisogna fare dei sacrifici.

A volte addirittura pagare, pagare molto.

Certo, studi con gente qualificata che a sua volta ha investito molto nel proprio lavoro che, nel migliore dei casi, è anche la sua passione.

Ma come fai quando l’iscrizione all’intero corso ti costa una buona fetta, se non quasi tutta, del tuo PIL annuo?

Ma andiamo nel concreto, per capirci.

Una nota scuola di scrittura, rinomata a livello nazionale, di cui non faccio il nome per correttezza, mette a disposizione un corso di narrazione per over 30, della durata di 8 mesi, al costo di 5000€, scontati (perché è un’offerta). Il che significa che ogni incontro mensile, di tre giorni, costa 645€.

Per capirci ancora di più, 40€ l’ora.

Dice che va pure bene pagare un o una professionista 40€ l’ora se qualificata nel suo lavoro. Per incontri individuali gli rispondo: ci posso pure pensare.

Poi penso al dentista, e quaranta euro mi sembrano anche pochi.

Ma per lezioni collettive sembra un po’ esagerato. È capitato, e fatemi una linguaccia se sbaglio, e sta capitando di studiare con mostri sacri delle arti performative e non che, nel complesso, prendono, se proprio la vogliamo svilire così, 8€/h in media a persona.

Quasi la stessa paga che prendono Rosina o Christian quando ti spicciano casa, solo che Rosina o Christian a volte prendono pure meno.

Dove voglio arrivare?

Nel frattempo che ci penso, dice che è un mio problema, che dovrei impegnarmi di più, che dovrei lavorare di più, cercare un lavoro per potermi permettere tutti i corsi che voglio.

Certo, gli rispondo ancora io, che intanto mi sono ripreso, l’ho fatto e lo farò ancora. Ma è anche una scelta quella di vivere con quanto basta e rinunciare a qualche comodità della vita occidentale moderna. E la scelta di essere un lavoratore stagionale/intermittente non si sposa bene con il prestigioso corso in questione. Non che avere un posto fisso aiuterebbe la situazione: si tratterebbe comunque di circa metà di uno stipendio medio.

Ma al di là del sindacalismo spicciolo, penso: c’è qualcosa che non va. Ma cosa? Le scuole di scrittura? I corsi? I workshop? Gli approfittatori? Le arriviste? Il capitalismo? Le operaie e i badanti non possono studiare scrittura creativa?

Non sapendo che pesci prendere, mi gioco la carta del vittimismo e dico che sono io il problema, che sono inadeguato a questo mondo, che nessuno mi capisce, che è colpa degli altri.

Infine ci ripenso, perché vedo che nessuno mi dà retta, e provo a dare un senso a tutto questo.

Forse se voglio imparare davvero a scrivere devo fare di tutto tranne che frequentare corsi di scrittura.

Forse per scrivere bene devo imparare a cucire, a ballare, a pescare o a riparare le caldaie.

Sì, penso proprio che farò così!

E il titolo? dice.

È quello lassù, lo vedi?

Quello che vuol dire tutto, ma a volte non dice proprio niente.

Scritto da Francesco PennaBlu
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