Lucy, Sky e Diamond

(o dell’Evoluzione a Rovescio)

Se l’homo non discendesse dalla scimmia, avremmo fior di signori a rincorrere il dottor Darwin per linciarlo con i sassi che lasciava lungo il sentiero privato della sua villa in Inghilterra.

In particolare uno, tale Michael V. Frondtale, il più accanito oppositore della teoria evoluzionista dell’ultimo quindicennio.

Le ha provate tutte, Frondtale, prima di risolvere l’intricata e incomparabilmente lunga questione della nostra provenienza genetica, concentrata tra i sette e i due milioni di anni or sono. Periodo caratterizzato, tra l’altro, da un’entusiasta presenza di anelli di congiunzione.

A tale proposito ricordiamo la frase che pronunciò alla Conferenza sulla Vita, tenutasi a Boston nel 2006: “Dio non è un orefice”.

Di anelli nemmeno a parlarne, dunque. Ma questo rappresenta la fase creazionista e più strettamente reazionaria della sua ricerca della verità in quanto tale, metro più metro meno.

In seguito il Frondtale affrontò l’argomento da un punto di vista che oseremmo definire esterno. Siderale, per essere più chiari. Fatto che lo portò ad attendere invano l’arrivo dei nostri creatori da una stella lontana ottomila anni luce dalla Terra.

“Avremmo trovato traffico sulla via Lattea”, ironizzò un critico dell’epoca, particolarmente critico.

Le vie della stupidità, tuttavia, sembrano essere infinite, almeno tante quante le possibilità che, opportunamente incrociate per caso, esse possano condurre alla soluzione di un atavico enigma.

Fu per uno di quegli incroci altamente casuali ed improbabili, quindi praticamente inevitabili, che Frondtale si trovò a dover ammettere che il problema, fin dall’inizio, impugnava il manico sbagliato.

La verità, dice Frondtale, è che l’essere umano, nel suo egocentrismo, non ha fatto che concentrare l’attenzione delle forze fisiche e divine su di sé, senza preoccuparsi degli esseri villosi da cui presumeva (e dimostrava) di discendere. La breve storia della civiltà umana non ha fatto altro che porre in secondo piano ciò che accadeva nel consorzio animale, in ispecial modo, in quello primate.

Il suo (e nostro) anello mancante, Frondtale lo trovò, o meglio, vi sbatté contro, in una battuta di caccia alla quaglia con un fucile a pallettoni e il suo cane Sky (un beagle!).

La comunità scientifica lo battezzò immediatamente Diamond, l’altro estremo del diametro che lo legava a Lucy, gibbosa nanerottola afarense, annoverata tra i numerosi anelli mancanti ritrovati nel XX secolo.

Ebbene, Diamond, la cui scatola cranica appartiene a un maschio deceduto tre anni prima per cause ancora ignote, risulta, ad oggi, la più chiara dimostrazione che Darwin aveva azzeccato la via, ma non la direzione, che porterebbe le cugine scimmie ad esserci debitrici del loro corredo genetico, e non il contrario.

Se potessero ringraziarci, lo farebbero?

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