Casa editrice: Feltrinelli (per l’edizione originale Viking Press)
Anno pubblicazione: 2018
Genere: Romanzo
Un poliedro di personalità e situazioni concentrate tutte in un’unica famiglia: un’espediente narrativo che offre l’opportunità di descrivere i sentimenti della classe media inglese nei confronti della Brexit.
Potremmo riassumere con queste poche parole il libro Middle England di Jonathan Coe.
Ma andiamo con ordine, iniziamo dal suo autore.
Jonathan Coe è nato il 19 agosto 1961 a Bromsgrove, alla periferia di Birmingham. Ha ottenuto un dottorato in letteratura inglese presso l’Università di Warwick. La sua carriera artistica inizia come musicista in una band, per la quale scriveva i testi delle canzoni ed era anche tastierista. Pubblica il primo romanzo The Accidental Woman nel 1987, mentre il suo ultimo lavoro, Bournville, romanzo numero 14, è uscito lo scorso Novembre.
In tutti i suoi romanzi possono essere rintracciati due fili conduttori principali: l’elemento musicale, ed una critica alla società inglese moderna. Per questo motivo, essi possono essere definiti anche State of the art novels, ovvero romanzi che descrivono lo stato dell’arte. Si passa dall’Inghilterra anni ‘80 della Tatcher, a quella anni 90 di Cameron, per finire nell’Inghilterra del nuovo millennio impegnata nel dibattito sulla Brexit.
Ed è proprio la Brexit al centro del romanzo che oggi vogliamo presentarvi per la rubrica Lisergica.
Alcuni dei personaggi non sono nuovi: si tratta in primis dei fratelli Benjamin e Lois Trotter. Troviamo poi la figlia di quest’ultima, Sophie Potter, e Ian, che diventerà suo marito, insieme alla futura suocera Helena. Altri personaggi chiave sono poi Doug Anderton, amico di scuola di Benjamin, giornalista politico vicino al partito labourista che si troverà ad intraprendere una relazione con una parlamentare della parte politica opposta. Infine abbiamo Nigel Ives, consulente per la comunicazione del primo ministro David Cameron, che avrà lunghe ed interessanti conversazioni con Doug.
Iniziamo da Lois Trotter. All’inizio dell’agosto 2011 l’Inghilterra è attraversata da scontri e disordini vari, dapprima circoscritti alla città di Tottenham, e poi diffusi anche nei quartieri di Chelsea, Brixton e Oxford Circus. Altre città interessate agli scontri furono Birmingham, Liverpool, Bristol e Manchester. L’origine di tutto ciò? La morte di Mark Duggan, cittadino britannico di colore, ucciso dalla polizia durante un tentativo di arresto legato a motivi di droga ed al ferimento, da parte dello stesso Duggan, di un poliziotto coinvolto nell’arresto.
Questi episodi (realmente accaduti) fanno rivivere a Lois il trauma mai risolto e mai superato della morte del suo fidanzato durante l’esplosione di bombe in due pub di Birmingham piazzate dall’IRA irlandese.
Le lotte sociali hanno fatto sempre parte della storia e della quotidianità inglese, che cerca di nascondere la polvere della xenofobia sotto al tappeto, società possessiva che non ha mai risolto i suoi problemi interni e sociali, né tantomeno ha tentato di fare qualcosa che abbia colpito a segno e fatto raggiungere una certa equità sociale.
Le Olimpiadi del 2012 svoltesi a Londra hanno fatto momentaneamente dimenticare gli episodi dell’anno prima ed hanno unito, non solo la popolazione inglese, ma la famiglia Trotter e tutti i relativi amici, in uno scatto d’orgoglio comune.
L’episodio d’attualità citato per ultimo nel libro è il referendum per la Brexit del 2016, nel quale ritorna come un rigurgito il mal celato xenofobismo: così Helena accusa la collega straniera di Ian di aver ricevuto una promozione soltanto perché non inglese, a scapito del figlio Ian, che si troverà ad interrompere la sua relazione con Sophie proprio a causa delle divergenze di vedute sulla questione Brexit. A questo proposito, Jonathan Coe è molto abile a descrivere l’intera società inglese attraverso questi tre personaggi:
“Sophie ed Helena potevano anche vivere le une accanto alle altre nella stessa nazione, ma di fatto si collocavano in universi differenti, universi separati da un muro, un muro impermeabile e infinitamente alto, costruito con la paura ed il sospetto e forse anche un po’ di quelle caratteristiche tipicamente inglesi che sono la vergogna e l’imbarazzo”.
“Quello che tu chiami rispetto per le minoranze è un bel ‘vaffanculo’ a tutti noi. D’accordo, proteggi pure i tuoi preziosi studenti… transgender dalle orribili cose che dicono su di loro. Tienili nella bambagia. Ma cosa succede se sei bianco, maschio, eterosessuale, e appartieni alla classe media? Allora di te si può dire quel cazzo che si vuole”.
La cosa che colpisce maggiormente del romanzo però sono i dialoghi tra Nigel e Doug, come quello incentrato sul corretto termine da usare per definire l’uscita della Gran Bretagna dal Regno Unito: Brexit, o come per la Grecia Grexit, Brixit.
“Com’è il morale? In generale”.
“Il morale è… eccellente” disse Nigel, deglutendo con forza. “E’ un periodo interessantissimo, naturalmente. La Gran Bretagna è a un punto di svolta e noi siamo proprio nell’epicentro…nell’epicentro di un turbine che sta… trasfigurando la realtà politica, indirizzandola verso uno sviluppo…. decisamente sismico in cui…le placche tettoniche della nostra storia nazionale si stanno spostando, con il risultato di provocare una trasformazione… ed io in qualità di testimone…”
………
“Siamo fottuti”.
“Prego?”
“siamo completamente e irrimediabilmente fottuti. E’ un caos. Corriamo di qua e di là come polli decapitati. Nessuno ha la più pallida idea di quello che sta facendo. Siamo… siamo fottuti”
La scrittura è moderna ed allo stesso tempo misurata, segno di un processo creativo ragionato. Ciò non vieta una lettura scorrevole, anzi Coe è abile a catturare l’attenzione del lettore e a nascondere dietro la superficie delle vicende dei suoi personaggi la polvere che si trova sotto il tappeto del popolo inglese, o quell’elefante che hanno in casa e fingono di non vedere.
TRAMA: ֍֍֍
SCRITTURA: ֍֍֍
TEMATICHE: ֍֍֍
VOTO FINALE: 3/5
Autrice: Annarita Noschese