Ken, fantastico guerriero

In Olanda all’Aja, il 12 febbraio 2019 è iniziato un processo storico, contro la multinazionale del petrolio Shell per il ruolo che ha avuto nell’impiccagione di 9 uomini nigeriani nel 1995.

Questi uomini erano militanti Ogoni e tra loro vi era il poeta Ken Saro-Wiwa. La multinazionale è stata denunciata da quattro donne nigeriane che persero i loro mariti nell’esecuzione.

In quegli anni gli Ogoni, etnia della regione del sud-est della Nigeria, chiedevano pacificamente, con una serie di proteste, che parte dei guadagni generati dall’estrazione del petrolio nel delta del Niger rimanessero lì a beneficio delle popolazioni locali.

Quella del 1995, fu un’esecuzione esemplare che dimostrò l’impotenza delle popolazioni autoctone nel far valere le proprie istanze e i propri diritti alla vita.

La Nigeria in breve

Dopo l’indipendenza dal Regno Unito del 1° ottobre 1960, il paese venne diviso in tre macro regioni. Successivamente, nel 1966 subì due colpi di Stato consecutivi che portarono al comando il regime militare. Il paese venne diviso in 36 federazioni divise tra loro anche dall’appartenenza etnica.

Tra le centinaia di gruppi etnici vi erano gli Ibo, che nelle zone in cui risultavano minoritari subivano vessazioni e venivano uccisi a migliaia e costretti a scappare a est dove erano in maggioranza rispetto al resto del paese. Lì, il 30 maggio 1967 l’etnia Ibo decide di far nascere la Repubblica del Biafra. Pochi mesi dopo il governo centrale nigeriano deciderà di attaccare la neonata repubblica separatista e darà inizio ad uno dei conflitti più cruenti della storia d’Africa.

Ken Saro-Wiwa

La terra degli Ogoni si trova nella Repubblica del Biafra ed è uno dei territori più ricchi di giacimenti di petrolio. In quel frangente, durante la guerra del Biafra, il giovane professore della University of Nigeria di Nsukka, Ken Saro-Wiwa, decise di tornare a casa in Ogoniland, dove poté vedere la moltitudine di persone scappare dal conflitto, ispirando uno dei suoi romanzi più significativi “Soza Boy”.

Ken Saro-Wiwa è uno dei pochissimi intellettuali Ogoni ad appoggiare il governo centrale, perché pensa che sotto il controllo degli Ibo sarebbero stati in condizioni peggiori. Così prende con sé la sua famiglia e scappa giusto in tempo per non farsi catturare dalle milizie del Biafra. Torna all’università e riprende la carriera accademica, fin quando la guerra del Biafra finisce e decide così di tornare a casa, dove i vincitori memori della posizione politica presa dal professore, gli offriranno una posizione politica come commissario all’educazione dello Stato. 

Non fu un periodo di soddisfazioni per lui. Veniva accusato di favorire gli Ogoni da chi non lo era, mentre all’opposto era accusato dagli stessi Ogoni (quelli favorevoli all’indipendenza del Biafra) di essere filo governativo e contrario alla volontà dell’etnia di cui lui stesso faceva parte. Molti nemici se li procurò tra gli amministratori pubblici per la sua avversione nei confronti della corruzione e della mala politica.

Fu così che nel 1975 perde l’incarico a causa degli innumerevoli dissapori interni ed esterni e senza lavoro e con la famiglia da dover sostenere, decide di aprire un alimentari al dettaglio per poi fondare una Holding che gli permetterà di realizzare le proprie aspirazioni nel prossimo futuro.

Lui vuole scrivere non fare l’imprenditore eppure nessuno vuole pubblicare i suoi scritti. Allora decide di farlo da sé, autopubblicandoli attraverso la sua società. Con la sua Holding produrrà anche una serie TV che farà molto successo ma pochi introiti e che gli darà modo di denunciare le nefandezze del governo nigeriano nascondendole sotto le mentite spoglie di una sit com divertente.

La serie tv si chiama Basi and Company, una sitcom incentrata su un ragazzo (Basy) che sogna di diventare ricco senza mai dover faticare, attraverso astuzia o stratagemmi che non vanno mai in porto e finiscono sempre male.  E’ una delle serie che ha avuto più successo in territorio africano e che è vista dalla metà degli anni ’80 da milioni di spettatori.

La sigla di Basi and Company e uno spezzone di una puntata famosa

Scritta e prodotta da Ken Saro-Wiwa ma osteggiata dal potere, tant’è vero che non riesce ad ottenere sponsor che finanzino le puntate. Ovviamente nessuna azienda si azzarderebbe a inserire la pubblicità del proprio prodotto in un programma televisivo che parla senza peli sulla lingua dei problemi del paese e della corruzione che lo pervade.

Il suo sogno

Il suo primo libro lo pubblica nel 1985. E’ “Soza Boy” ed è un romanzo che racconta le vicende di cui fu testimone durante la Guerra del Biafra.

Da allora, fino al 1995 pubblicherà venticinque libri.

In un discorso davanti all’Associazione degli editori nigeriani dice: “Uno scrittore non può essere un semplice raccontatore di storie, non può essere un semplice insegnante, non può semplicemente radiografare le debolezze della società, i suoi malanni e i sui pericoli. Deve essere attivamente coinvolto nel dare forma al presente e al futuro della società”.

L’impegno

La Nigeria è trai primi dieci esportatori di petrolio al mondo eppure i miliardi di dollari guadagnati dalle royalties non sono sufficienti a sopperire il debito pubblico verso i paesi esteri.

Debito pubblico che non ha lo scopo di aumentare i fondi per gli investimenti infrastrutturali che potrebbero aiutare le popolazioni in un lungo periodo. Il vero problema è che le ricchezze derivanti dall’oro nero sono prerogativa dell’1% dei nigeriani. Una élite formata dai vertici militari e del governo che ammassano questo immenso patrimonio del paese in banche estere, a volte anche di paesi dalla smaccata caratura morale (vedi bollettino n.5).

Ken Saro-Wiwa è sgomento nel vedere il delta del Niger completamente inquinato e reso sterile dall’industria di estrazione e raffinazione di greggio. Per lui, il delta del Niger potrebbe essere come uno dei tanti paesi arabi del golfo (ad eccezione dello Yemen ovviamente), ricco e autosufficiente e capace di far cambiare direzione agli equilibri mondiali e invece è trai paesi più poveri d’Africa.

“…tutti noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa povertà del mio popolo che vive su una terra molto generosa di risorse; provo rabbia per la devastazione di questa terra; provo fretta di ottenere che il mio popolo riconquisti il suo diritto alla vita e a una vita decente. Così ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed intellettuali a una causa nella quale credo totalmente, sulla quale non posso essere zittito. Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, la mia causa vincerà e non importa quanti processi, quante tribolazioni io e coloro che credono con me in questa causa potremo incontrare nel corso del nostro cammino. Né la prigione né la morte potranno impedire la nostra vittoria finale“.

Ken Saro-Wiwa

Per lui, quindi, impegno politico significa essere contro i governanti corrotti e i magnati del petrolio, contro i militari e in particolar modo contro la Shell.

Per questo motivo nel 1990 Ken Ssar-Wiwa fonda il M.O.S.O.P. (The Movement for the Survival of the Ogoni People), lo strumento che permetterà di mobilitare il popolo Ogoni e protestare contro i poteri forti.

Nello stesso periodo fa visita agli impianti della Shell nell’emisfero nord del mondo, più precisamente in Scozia e nord dell’Inghilterra.

Lì, capisce che la compagnia si comporta in modo diverso rispetto al suo paese natale. In Europa dialoga con le comunità, si occupa della questione ambientale e comunica il suo impegno ecologico nei confronti dei locali.

Uno scrittore è la sua causa. A cinquant’anni può ancora sognare e avere visioni, ma può anche appassire nella verità. Per questo oggi torno a dedicarmi a quella che è sempre stata la mia preoccupazione principale di uomo e scrittore: lo sviluppo di una Nigeria stabile e moderna, capace di abbracciare valori avanzati, dove nessun gruppo etnico e nessun individuo sia oppresso; una nazione democratica dove i diritti delle minoranze siano protetti, la scolarizzazione sia un diritto, la libertà di parola e associazione sia garantita e dove il merito e la competenza siano considerati prioritari.

Un mese e un giorno, Ken Saro-Wiwa

Azione e reazione     

Ed è così che il 4 gennaio 1993 il M.O.S.O.P. organizza una manifestazione pacifica che porterà per le vie di Port Harcourt oltre trecentomila persone.

La bandiera del popolo Ogoni disegnata dallo stesso Ken Saro-Wiwa
Discorso di Ken Saro-Wiwa al popolo Ogoni


Il corteo fa capire che la Shell non è ben voluta e non potrà estrarre altro petrolio se prima non passa sui cadaveri di ogni singolo Ogoni.

 “Se dovessi morire oggi morirei felice”.

Ken Saro-Wiwa

La Shell sospende le attività e il regime militare non attende molto prima di reagire e lo fa con estrema violenza. Ad Ogoniland arrivano i soldati che uccidono centinaia di persone e violentano donne e bambini.

Ken Saro-Wiwa di ritorno da un viaggio in Lagos viene arrestato e dopo 18 ore rilasciato. Non contenti, 5 giorni dopo lo arrestano di nuovo, lo interrogano e lo lasciano andare.

Dopo poco tempo la Shell dichiara attraverso i canali ufficiali di aver parlato con alcuni capi Ogoni e riapre alcuni siti di estrazione.

Il 12 giugno del 1993 si indicono nuove elezioni, ma dopo poche settimane vengono annullate e a seguito di un periodo di confusione sale al potere il militare Sani Abacha. Ennesimo colpo di Stato Militare.

Sarà proprio con lui che i vertici della Shell in Nigeria parleranno nel 1994.

Secondo Amnesty International in quella riunione si parlò del problema Ogoni e più specificamente del problema Ken Saro-Wiwa. (Report di Amnesty International)

L’occasione

Il 21 maggio 1994 i militari colgono l’occasione propizia. Nella città di Giokoo nella regione di Gokana si tiene un concilio di capi locali e improvvisamente una folla inferocita invade il palazzo e lincia a morte quattro persone, tra cui il cognato di Ken Saro-Wiwa e un suo caro amico.

La notte stessa Ken Saro-Wiwa viene arrestato insieme ad altri esponenti del M.O.S.O.P. e un ufficiale la mattina seguente si affretta in una conferenza stampa a dire che la rivolta è stata fomentata dal Movimento per la sopravvivenza degli Ogoni (M.O.S.O.P).

Per la vera accusa formale passeranno 9 mesi. Periodo in cui Ken Saro-Wiwa e gli otto uomini agli arresti con lui passeranno in catene, sotto tortura e senza incontrare né legali difensori né i propri familiari.

Il processo

A presiedere il processo è una corte militare ed è una vera e propria farsa.
L’unica prova a carico dello scrittore è la testimonianza di due persone che lo avrebbero sentito aizzare la folla e spronarla al linciaggio. Gli stessi due testimoni ritratteranno, molto tempo dopo, dicendo di essere stati ricompensati per le accuse inventate.

Tavola tratta dal fumetto “Ken Saro-Wiwa” di Roberta Balestrucci Fancellu e Anna Cerignano

Il 31 ottobre 1995 il giudice ammette di non aver trovato prove a carico dell’imputato, ma dichiara che lo scrittore e gli altri otto imputati non potevano non sapere che esisteva un piano per irrompere nel palazzo e uccidere quelle quattro persone.
Queste furono le ragioni addotte dal giudice per poter condannare a morte 9 uomini.

In quei momenti concitati

Durante quel duro periodo per le sorti dello scrittore/imprenditore/ autore/poeta e produttore televisivo c’era qualcuno da lontano che si sforzava di far conoscere la situazione surreale che viveva il suo paese e la sua famiglia. Era il figlio primogenito di Ken che nelle ore precedenti l’esecuzione del padre si trovava in Nuova Zelanda dove si stava svolgendo una riunione dei paesi del Commonwealth di cui la Nigeria fa parte. Voleva ottenere una dichiarazione a favore del padre ma i diplomatici risposero dicendo che una presa di posizione pubblica sarebbe stato controproducente, molto meglio un ingaggio costruttivo…
Quindi non vi fu nessuna volontà di sospendere l’esecuzione, anche solo perché si trattava di pena di morte.
Dopo l’esecuzione la Nigeria fu espulsa per tre anni dal Commonwealth.

Ken Saro-Wiwa, già rassegnato da tempo a una scontata sentenza di pena di morte, sul patibolo il 10 ottobre del 1995, dopo aver visto morire per impiccagione le otto persone imputate con lui al processo, disse “ Sono stato un uomo con delle idee, delle buone idee e se io oggi vengo ucciso, le mie idee vivranno per sempre e il popolo Ogoni in nome del quale io sto per morire, un giorno si libererà dal giogo dell’oppressione”.

Il suo corpo venne deposto in una fossa comune insieme agli altri e per non permetterne il riconoscimento, i militari versarono dell’acido.

Discordo di Papa Giovanni Paolo II dopo l’esecuzione dei nove uomini nigeriani

Dopo l’esecuzione, la Shell continuò a screditare l’immagine di KSW dicendo attraverso comunicati stampa che lo scrittore era stato giustiziato per omicidio.

Nel 2009 verserà 11 mln di dollari ad alcuni rappresentanti Ogoni che volevano far causa alla multinazionale per le sue implicazioni nell’uccisione di Ken Saro-Wiwa e dei suoi compagni di lotta.

Sani Abacha spenderà oltre 10 mln di dollari per una campagna in risposta alla pubblicità negativa che piombò sul suo regime, acquistando pagine su giornali come l’autorevolissimo Washington Post. Il Sunday times scriverà che Ken non era certo un angelo.

E’ tutt’ora una figura scomoda. La sua famiglia nel 2000 rinuncia ad ottenere il suo corpo e decide di celebrare i funerali ugualmente il lunedì di Pasqua. Nella bara al posto del suo corpo ci sono i suoi libri e come da lui richiesto la sua amata pipa.

E oggi?

Col ritorno della democrazia non si può dire che ci siano state ripercussioni positive per l’intero delta del Niger.

Diversi rapporti delle Nazioni Unite (link1 https://postconflict.unep.ch/publications/Nigeria/Project_Signed_MoE_UNDP_UNEP.pdf link 2 https://postconflict.unep.ch/publications/OEA/02_ch02_UNEP_OEA.pdf ) hanno rilevato una grave e diffusa contaminazione del suolo e delle falde acquifere sottolineando che in un certo numero di comunità la salute pubblica è minacciata dall’acqua inquinata e intrisa di agenti cancerogeni. Gli ecosistemi della regione composta dalle mangrovie sono seriamente compromessi. I controlli di istituzioni nigeriane e compagnie di petrolio non sono, ça va sans dir, adeguate alla grave crisi ambientale in atto da più di quarant’anni.

“(…) Attraversammo piccoli villaggi sonnolenti ritagliati nella foresta, che abbracciavano amorevolmente la terra e il fogliame. Vedevamo spesso in lontananza una fiammata di gas, che ci rammentava che questo era un paese ricco di petrolio e che proprio dalle viscere di questa terra proveniva il liquido tanto ambito, che alimentava gli ingranaggi della civiltà moderna. Provai allora quello straziante dolore che la conoscenza riserva a coloro che riescono a distinguere l’abisso tra ciò che è e ciò che potrebbe essere. E il mio pensiero andò agli uomini e alle donne di Dukana, che recitavano la propria vita sullo sfondo di quelle grandi forze che non avrebbero mai capito”.

Casa dolce casa, il primo racconto di Foresta di fiori
Ken Saro-Wiwa

La Shell si difende dicendo che l’inquinamento sarebbe causato da azioni di Oil Bunking, cioè il furto di greggio dagli oleodotti che i criminali sottraggono all’azienda lasciando le condutture danneggiate e libere di sversare il liquido. Secondo un rapporto di Amnesty International, esistono prove di grave negligenza da parte dei giganti del petrolio (tra cui anche Agip) nel delta del Niger. L’inquinamento sarebbe causato dalla mancata manutenzione delle strutture e dalla corrosione degli impianti oltre che da cause esterne come l’Oil Bunking. 
I siti che Shell asserisce siano stati bonificati sono ancora visibilmente inquinati. Nigeria’s National Oil Spill Detection and Response Agency ha certificato e classificato come puliti siti visibilmente contaminati.

Gli otto compagni Ogoni uccisi prima dell’esecuzione di Ken erano:

Saturday Dobee
Nordu Eawo
Daniel Gbooko
Paul Levera
Felix Nuate
Baribor Bera
Barinem Kiobel
John Kpuine

Autore: Francesco PennaNera
Eroe: Ken Saro-Wiwa

Un brano decicato a Ken Saro-Wiwa
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