La vita di ognuno di noi è scandita dal susseguirsi dei giorni e delle stagioni, ma ad un tempo “esterno” si sovrappone uno “interno”, scandito da eventi che possono essere personali o meno, che marcano l’inizio o la fine di epoche differenti della nostra vita.
Per molti giovani che si riconoscevano negli ideali della sinistra rivoluzionaria, il 9 ottobre segna la fine di un’epoca piena di speranza in un mondo più giusto ed equo.
Il 9 ottobre 1967 viene ucciso in Bolivia Ernesto Che Guevara.
Il nostro compito qui non sarà dare giudizi sul suo pensiero politico o ricordare episodi della sua vita, ma sarà ricordare un personaggio storico ed il suo impatto sulla vita dei giovani di quel periodo attraverso le parole di uno dei cantautori più noti del panorama musicale italiano: Francesco Guccini.
Il 4 febbraio 2020 viene pubblicato dalla casa discografica EMI il suo diciannovesimo album “Stagioni”. Si tratta di un insieme di nove canzoni, tra cui “Ho ancora la forza” scritta con Ligabue, e “Don Chisciotte”.
Il singolo che parla di Ernesto “Che” Guevara è l’omonimo “Stagioni”, seconda traccia dell’album, preceduta da una “Intro” di 53 secondi. Il testo congela il momento in cui la notizia della morte del rivoluzionario sudamericano raggiunge un gruppo di studenti: si rimane percossi ed attoniti nel ricevere una notizia di questo tipo, che riguarda un punto di riferimento di vita e di pensiero. Ad un primo momento di profondo e sincero conforto, ne segue uno di nuova forza e vigore per portare avanti gli ideali di uguaglianza ed unione. Tuttavia i percorsi che la vita ti fa intraprendere possono allontanarti dagli ideali di gioventù, e nel principio del dualismo e dell’alternanza di cose appartenenti a poli opposti, quegli ideali comunisti vennero pian piano rimpiazzati e si scontrarono con quelli fascisti. Il pensiero del Che venne spazzato via, ma non estirpato.
La canzone si conclude con un messaggio quasi di speranza, ai limiti dell’ammonimento, ed è con questi ultimi versi che vi vogliamo lasciare.
Da qualche parte un giorno, dove non si saprà
Dove non l’aspettate, il “Che” ritornerà
Vi consigliamo di ascoltare bene questo testo: possiamo definirlo un poemetto moderno, da leggere con mente sgombra da ogni pensiero politico, che oltre ad un uso sapiente e centellinato della parola, è pieno di musicalità.
Non ci resta che augurarvi buon ascolto!
Autrice: Annarita Noschese
Editing: Francesco PennaNera