Per la nostra colonna sonora abbiamo scorto un filone di canti di resistenza e abbiamo deciso di seguirlo anche questo mese.
A ricorrere non è solo il tema, ma anche la lingua spagnola, anche se più che di rivoluzione, come nel caso del Messico, questa volta si tratta di guerra civile spagnola e di franchismo.
La canzone, presente in decine di versioni e interpretazioni, affonda le sue radici nell’estro creativo e militante di Chico Sanchez Ferlosio.
Figlio di integranti del regime franchista, Ferlosio incide nel 1963, in Svezia e in maniera anonima, la prima versione della canzone che potete ascoltare in sottofondo (se avete cliccato play prima di cominciare a leggere, chiaro).
Secondo la fonte a cui ci siamo attenuti, spagnola e filorepubblicana, la canzone rispecchia la gioventù del compositore, svoltasi nella clandestinità tra le file del Partito Comunista di Spagna. In effetti, il testo allude alla valorosa lotta e resistenza del gallo rosso nei confronti del gallo nero, già di suo grande e potente.
Il testo della canzone, divenuta popolare e simbolo di numerose fazioni e movimenti antiregime, ha un finale aperto: il gallo rosso non si arrende finché non è morto. Che sia ancora attuale il suo monito?
Fonte:
Aplomez.blogspot.com – Matizaciones, innecesarias tal vez, sobre “Gallo rojo, gallo negro”