11. Interruzione volontaria di gravidanza: fenomenologia di un diritto negato (parte 11)

Verona città pro-life

Con la decisione di tenere il 29-31 marzo 2019 a Verona il 13° Congresso Mondiale delle Famiglie (piattaforma fondata negli Stati Uniti nel 1997, e che comprende diverse associazioni, come ad esempio ProVita Onlus, Generazione famiglia, Comitato difendiamo i nostri figli e Novæ Terræ), questa città diventa la prima in Italia ad essere dichiaratamente pro-life.

Naturalmente, non si ci poteva non aspettare una reazione da parte di associazioni pro-choice, presenti con una tre giorni di mobilitazione sostenuta dal movimento Non Una Di Meno per trasformare Verona in una città transfemminista.

Per la prima volta durante un Congresso Mondiale delle Famiglie, c’è una parte della popolazione che mostra apertamente il suo dissenso. Dissenso che culmina in un corteo di circa 100000 persone, il più grande che Verona abbia mai visto, segnando così non solo la storia della città, ma anche e soprattutto la storia di coloro che si battono per i diritti civili sanciti da una legge, e ribaditi ulteriormente da un referendum.

La nomina di Verona città pro-life non è stato un atto di un’associazione privata, ma questa è avvenuta in seguito ad un atto formale del Comune, datato 4 ottobre 2018. Con questa mozione, il Comune ha dichiarato apertamente il supporto finanziario a tutte le associazioni pro-life, nonché a tutte quelle che offrono sostegno alla gravidanza ed alla maternità.

Questo è un vero e proprio schiaffo alla Storia, visto che questa mozione è stata approvata a quarant’anni dall’entrata in vigore della legge n. 194, come il titolo della mozione recita: “Iniziative per la prevenzione dell’aborto ed il sostegno alla maternità nel 40º anniversario della legge 194/1978”.

Un vero e proprio tradimento al diritto all’autodeterminazione, ad una legge approvata dal parlamento e dalla popolazione italiana con un referendum, con un numero di persone coinvolte ed aventi diritto al voto leggermente superiori a quelli che fanno parte di un consiglio comunale o di una giunta.

Non Una Di Meno reagì all’approvazione della mozione con un tweetstorm (una tempesta di tweet), creando e promuovendo l’utilizzo dell’hashtag #194nonunpassoindietro, andato in tendenza in poco tempo, provando che l’argomento aborto è ancora di interesse e che sta a cuore a molte persone.

Alcune componenti dello stesso collettivo hanno presenziato alla seduta del 4 ottobre a Verona, in maniera silenziosa, senza slogan o cartelli (altrimenti sarebbero state cacciate via dall’aula consiliare), indossando un mantello rosso ed un copricapo bianco, abbigliamento ispirato al racconto distopico di Margaret Atwood “Il racconto dell’ancella”, dove il corpo delle donne ed il suo potere riproduttivo vengono sfruttati per fare propaganda politica. Visto quanto successo a Verona, il racconto non sembra essere solo distopico.

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La dodicesima puntata verrà pubblicata martedì 26 gennaio.

Autrice: Annarita N.
Cover design: Pigutin

LINK ED APPROFONDIMENTI

DISCLAIMER

La Redazione di ErrareUmano non è composta da personale medico-sanitario.
Eventuali inesattezze dell’articolo verranno prontamente corrette.
In caso di difficoltà rivolgiti sempre al tuo medico di famiglia o ad associazioni del settore.
Tra le associazioni che si occupano e si stanno battendo ancora oggi per la tutela dei diritti delle donne in materia di IGV vi segnaliamo (in ordine sparso):

Vi invitiamo a visitare i loro siti internet e le loro pagine social in caso di difficoltà, ma anche per continuare ad essere costantemente aggiornati sull’argomento IGV.

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